Sei a letto e doomscrolli allucinato, in preda a uno stato di irrequietezza: è un martedì sera come un altro in cui il mondo è una strada a scorrimento verticale. Le immagini riprodotte dal tuo schermo: terribili notizie dal mondo, gatti idioti, web-serie peruviane, discreti femminoni, strazio generale, supermercati che passione, ristoratori catanesi. Ti fermi. Un personaggio di cui non conoscevi l’esistenza risponde a una serie di domande incalzanti sulla sua vita privata. L’intervistata è una poco più che ventenne, frizzante e disinibita. Le domande sono quasi tutte a sfondo sessuale. Dal salotto della nonna appena morta l’intervistatore la fissa con sguardo predatorio. Occhiali transition dalla montatura light e sigaretta elettronica nella mano sinistra, si copre la stempiatura con un cappellino rosso MAGA. Fumo nella stanza, luci blu, ed è ipnosi immediata per te. Vuoi sapere tutto. Vuoi sapere se è vero che Balotelli le ha mandato un DM. Prosegui. A pochi reel di distanza, un giovane di belle speranze il cui nome utente è elmagico_99 interroga, dallo stanzino di una radio universitaria, una cantautrice al suo album d’esordio, nel corso di un appuntamento musicale dal titolo “Sax on the beach”. Guance pasciute da figlio unico, baffetto e un accenno di mullet, il giovane indossa un cappello che scimmiotta MAGA con una rivisitazione tipo Make Molise Great Again o Make Scala Mobile Great Again. Come ci sono finiti questi qui? Come ci sei finito tu? Com’è che chiunque si è messo a registrare un podcast?
Propaggini della manosfera o satelliti della galassia progressista, per quanto ontologicamente distanti, affiorano entrambi dallo stesso brodo primordiale. Nel podcast del primo si sponsorizzano sistemi di trading online e si vende merch dal tono “Alzati e fattura” o “Spingere sempre”. In sovrimpressione compaiono codici sconto per acquistare galloni di proteine in polvere a prezzo ridotto. Ogni uscita dell’intervistata è seguita da un rigoroso “Ci sta” oppure “Assurdo” da parte dell’intervistatore, un gymcel sotto testosterone e creatina che ha a malapena finito le medie perché è convinto che, al giorno d’oggi, tutta la conoscenza funzionale a fare soldi si possa acquisire su Internet. I toni scuri della stanza dove registra ti spingono a immaginare che atroci delitti e crimini inenarrabili siano appena stati commessi, o stiano per essere commessi, tra quelle mura.
In aggiunta alle registrazioni dal vivo fatte in qualche coworking milanese, invece, el magico e i suoi amici hanno lanciato una collezione di poster da retromaniaci e una linea di magliette dall’estetica anni ‘90 con sparate post-ironiche che fanno ridere esclusivamente chi ha studiato teoria dei meme all’università o ha rosicchiato fino all’osso le teche RAI. Per lui tutto è mega o giga (mega bello, giga importante) oppure crazy. L’aperitivo si chiama aperollo, la colazione è la colazia. Le osservazioni dell’intervistato sono accompagnate da un “Classico” o da un “Onesto”, detti a bassa voce, con fare da uomo navigato, ché lui queste cose le sa. Ogni due per tre si sente in dovere di citare: il primo disco dei Baustelle, un film di Abel Ferrara, la casa a Procida del suo bassista. A differenza del primo, lui ci ha pure provato, a studiare, ma si considera un creativo, e ha lasciato la triennale di lettere e filosofia dopo sei mesi per tentare la sorte con quella che lui chiama genericamente la mia arte. I suoi genitori intanto mandano avanti un piccolo calzaturificio nelle Marche.
Qualcosa li accomuna però nella modalità di gestione dell’intervista. Un processo di gamification che si è espanso a macchia d’olio ha trasformato le conversazioni in una concatenazione di quesiti ludici a risposta secca da trasformare in bocconcini da venti secondi. Questo è il massimo che riusciamo a processare. La piramide dei dieci santi più punk della chiesa cattolica, il Chi vince resta dei politici della Prima Repubblica, con chi preferiresti bere una birra tra Britney Spears e Vittorio Cecchi Gori. Scelte binarie, grottesche, volte a disvelare la visione di mondo dell’ospite più di un dialogo in cui è richiesta la formulazione di un pensiero, in una regressione cerebrale alle elementari, quando con i compagni stilavi su un foglio a quadretti la tua top undici calcistica del momento durante la ricreazione e ti sentivi Mourinho. Non importa chi ci sia dall’altra parte. L’ospite risponde sempre con la massima serietà possibile: il suo agente, d’altronde, non gli ha raccomandato altro.
I due podcaster non sanno dell’esistenza l’uno dell’altro. Abitano mondi che non interagiscono. In compenso lo sai tu, che sei finito in un interstizio diabolico dell’algoritmo e non vedi come uscirne. Ci provi. Fai il tuo gesto rivoluzionario. Scorri con il dito. Un gatto, un balletto, un amarcord della Dark Polo Gang. Che fitta. Respiri. Ma ritornano presto: podcast a sfondo emotivo-relazionale ideati da un collettivo di madri single, podcast a tema calcistico ospitati da ex calciatori scarsi in collaborazione con giornalisti di provincia, podcast true crime, altri podcast true crime, podcast di lifestyle e benessere, podcast motivazionali, di caduta e redenzione, podcast di personaggi famosi fatti solo perché sono personaggi famosi e quindi come fai a non fare un podcast, ancora un altro podcast true crime. Sono accomunati da un’urgenza espressiva e da una necessità di essere ascoltati, lodati, riconosciuti come innovatori in grado di riscrivere le regole della comunicazione nell’era digitale con il loro simpaticissimo giochetto degli undici giocatori più forti che tu hai giocato. Tu invece non hai niente da dire. Niente di niente. Non sapresti neanche raccontare di quella volta che hai dovuto cacare in discoteca, se te lo chiedessero. L’ultima dose prima di dormire e basta. Questo tizio lo conosci. Lo conosci personalmente. Ma chi è, ti chiedi senza riuscirci. Ti addormenti così, con lo schermo acceso, mentre davanti alle tue palpebre che si chiudono l’ex fidanzato foggiano di una tua amica, soggetto dai comportamenti ambigui che durante una cena promosse la possibilità di reintrodurre la leva obbligatoria per rieducare i giovani al dovere, diffonde al mondo la sua idea di non monogamia etica in dialogo con un attempato psicoterapeuta specializzato in dipendenze affettive.