Vagando una sera tra i meandri del web reazionario – una specie di Grand Tour nelle tenebre del sottoscala di Internet, dove il sole nero illumina complottisti e rettiliani – mi sono imbattuto in due pezzi che girano su certi canali Telegram, che a loro modo meritano di essere scolpiti nel marmo dell’eterno. Il primo è di Mister Totalitarismo, l’altro del funambolico Duchino Plexiglass, o meglio conosciuto come Duca de Berti.
Ora, uno potrebbe pensare che entrare in questi blog sia come infilarsi in una discarica: ne esci solo puzzolente. Invece no. È praticamente uno degli unici motivi per cui vale la pena avere il wifi in casa. Fatto sta che a un certo punto sono inciampato in intuizioni che suonano così assurde da sembrare geniali.
C’è una linea sotterranea che lega l’ultimo delirio di uno dei miei blogger destrorsi preferiti, Mister Totalitarismo, e la fenomenologia sgangherata, ma lucidissima, del Duca di Plexiglass. Due pezzi che si pretendono post-ironici e schizzoidi, ma che in realtà, forse loro malgrado, toccano nervi che l’accademia (e tutti noi) fingiamo di non avere, nella brodaglia ipocrita in cui siamo costretti a vivere.
Nell’articolo ormai leggendario, intitolato “Perché le famiglie piddine sono tutte bianche e cristiane, mentre i fasci divorziano e/o si ibridano ripetutamente”, Mister Totalitarismo coglie la contraddizione che la sinistra italiana non oserà mai ammettere a sé stessa: i piddini vivono vite private opposte ai loro proclami pubblici. Predicano multiculturalismo, ma si sposano tra simili: bianchi, benestanti, cattolici di mezza Italia. La destra invece, che pretende chiusura e disciplina, si mescola senza remore: matrimoni con donne straniere, famiglie disgregate, figli sparsi. Un rovesciamento brutale delle maschere ideologiche, che negli Stati Uniti è ben dibattuto.
Il Duca, autore e blogger di sicuro talento nel suo articolo “Fenomenologia della destra fantomatica” raccoglie la staffetta. La Destra F. non è una categoria politica: è un’estetica memetica. Una vibrazione nata su X e Telegram. Contraddizione pura, elevata di riflesso a stile di vita.
Il caso esemplare è JD Vance, oggi vicepresidente USA: bianco scotch-irish, marito di un’indiana. Un uomo che, mentre predica radici WASP, incarna la mescolanza che la sua base rifiuta. I groyper (subcultura dell’estrema destra americana, che ha come vessillo-meme il ranocchio verde disegnato male) lo dileggiano, contrapponendolo a Gavin Newsom, democratico californiano, cattolico, con foto di famiglia che sembrano uscite da un calendario nazionalsocialista.
Qui la satira si fa genealogia: la sinistra, paradossalmente, custodisce la purezza razziale; la destra, che urla contro il meticciato, lo pratica. Non è solo gioco di immagini. Duchino Plexiglass evoca Charles Murray e il suo “Coming Apart”, un’analisi dove la popolazione bianca americana si scinde in due mondi: un’élite progressista, coesa, riproduttiva, moralmente ipocrita ma socialmente solida; una working class conservatrice, divorzista, rancorosa, senza valori né coesione, arrivista al punto da tradire i propri stessi valori. Questa frattura, già mappata in The Bell Curve, spiega la deriva della Destra Fantomatica: plebe impoverita, priva di regole, che pratica il meticciato perché non ha alternative. Corruttibilissima dalle élite di sinistra e finanziaria che, infondo, inconsciamente, insegue.
La destra, per quanto urlante, è sempre in stato di tradimento. Lo è JD Vance rispetto alla sua base, lo è il MAGA ridotto a meme cuckold. In somma: è groyper ogni fascio che predica purezza e si accoppia fuori dal recinto.
Mister Totalitarismo lo registra con la sua ironia scurrile; Duchino Plexiglass lo eleva a categoria: la Destra Fantomatica è la politica del tradimento. Un corpo che non riesce a coincidere con la sua stessa ideologia.
Se la sinistra si conserva endogamica pur parlando di inclusione, e la destra si mescola pur gridando al sangue e suolo, allora la verità è semplice. E oscena. L’ideologia è sempre un travestimento delle pulsioni di classe.
I figli del PD difendono il capitale matrimoniale come i nonni difendevano i terreni; i figli del sottoproletariato trumpiano o missino si disperdono, si ibridano, si divorano.
Il resto è meme. O meglio: è il meme che diventa genealogia. La politica che diventa Tinder. O meglio ancora: Instagram, dove devi mostrare quello che hai da offrire, quanto sei bello, ricco, figo, intelligente. E accalappiare il partner giusto della tua bolla memetica.
In fondo, checché se ne dica, la vera politica da sempre si fa a letto: con lo sperma, i geni, gli averi.