Partiamo con una bella apertura stile bio di Studio Aperto: Matteo “Hammon”, da Bisignano (CS), Calabria, fa i suoi primi passi nella scena underground con il collettivo FIAMA GANG / 4TL, insieme a Glasond, Kioda, DNK e altri, partendo da SoundCloud. Da quelle stanze digitali emergono idee davvero “fuori dal coro”.
Ha pubblicato nel tempo progetti come An Ape Escape, Il Pianeta delle Scimmie, Welcome to CS Nord, arrivando nel 2024 con Cattivissimo Rap.
Ma Hammon non è solo “il rapper del momento di provincia che dice cose forti”: è un personaggio/maschera che si sdoppia tra chiacchiere sovversive e provocazioni estreme, tra complottismo e sfida al politicamente corretto.
(E sì, hai i baffetti “hitleriani”… e non li nasconde, anzi, se ne vanta; sul suo Instagram c’è un simboletto che richiama una bandiera nazista).
Nel suo repertorio c’è “La canzone migliore del mondo” (o quella che si autodefinisce tale), un brano che per molti è un manifesto: un testo discorsivo, tra la verità di pancia e la post-ironia, offese, domande esplosive, che strapazza la metrica rap su base minimale con un flow inedito e discorsivo, verità che lui stesso redige come un verbale, un manuale d’istruzione, talvolta facendo il verso ai tutorial YouTube.
Lo incontro per porgli alcune domande svastichelle. Sentirlo rappare è stato folgorante, e l’idea che dietro quella maschera ci sia qualcosa di non autentico mi terrorizza. Allora l’ho intervistato. E sembra roba vera. Quindi scomparirà… o diventerà un gigante, tipo Rino Gaetano del rap.
Vincenzo Profeta: Ti reputi un testimone?
Hammon: Ho una mente aperta… non sono un testimone, io comunico e… basta. Non do nulla per scontato, amo dare il beneficio del dubbio a tutto, non credo di saperne di più degli altri.
VP: Quando hai smesso di credere alle verità ufficiali?
Hammon: È un fatto generazionale, credo. Sono cresciuto in un clima mentalmente aperto, internet ha fatto il resto. Verso i 21 anni ho smesso di credere a tutte le verità ufficiali ed ho cominciato a pormi delle domande e a interessarmi a quelle alternative.
VP: Il tuo “personaggio” da rapper è solo un megafono, un modo per dire cose che altrimenti la gente bollerebbe come “estremiste”, o lo identifichi con il vero te stesso?
Hammon: Coincide con me stesso e cresce con me. Programmo fin da piccolo, mi rivedo nello storytelling. Quando scrivo i pezzi lo vedo quasi come fare una chiacchiera con un amico in serata.
VP: Sei praticamente l’unico rapper ad essere apertamente no vax nelle proprie canzoni, l’unico a ricordare questa enorme imposizione che molti italiani hanno subito contro la loro volontà, sul proprio corpo. Come mai continua ad esserci questa omertà e ipocrisia attorno a questa storia, fino a farlo diventare un tabù?
Hammon: Sono sorpreso, è una cosa incredibile infatti. Grandi case farmaceutiche come Pfizer hanno addirittura perso la causa ed ora ufficialmente devono risarcire, ma a nessuno sembra fregare nulla. Non c’è quasi più bisogno che il “sistema” insabbi le cose come una volta ormai, la soglia di attenzione della gente è abbastanza bassa che facciamo tutto da noi.
VP: Il sistema sanitario “pubblico”, ufficialmente, è per il bene di tutti… ma chi ci guadagna sono le multinazionali del farmaco, i grandi gruppi finanziari, chi ha stretto accordi dietro le quinte — secondo te?
Hammon: Preferirei non fare nomi, ma l’obiettivo non è finanziario a parer mio. Si tratta più che altro di un gioco di potere, una serie di “rituali” esoterici in cui l’esecutore mostra esattamente all’agnello sacrificale cosa gli sta facendo. Così nelle big pharma come nel resto delle cose.
VP: Non pensi che anche il “web libero” sia un’utopia eterodiretta?
Hammon: Dipende, di base è libero ma controllato. Come tutto il resto, d’altronde.
VP: Le tue provocazioni finiranno per farti bollare come un estremista di destra… o un memarolo? È quello che cerchi?
Hammon: Non mi considero di destra e non ho assolutamente paura di questa cosa… Non mi interessa come vengo bollato. Mi interessa mostrare alle persone come io vedo il mondo, poi se dall’altra parte trovo altri come me, o che comunque sono aperti al dialogo e al confronto, ben venga.
VP: Ti sei formato su forum come Trash Bin, Rabbit, il primo Facebook dei primi Duemila… quello con le pagine estremiste dei nazisti cazzari. Volevi essere uno youtuber che promuoveva tutorial assurdi… quanto ti manca quell’internet libero lì?
Hammon: Non mi pare di ricordare che ci fosse tutto questo bisogno di libertà nei primi periodi di Facebook. Solo adesso c’è voglia di dire certe cose, di fare i liberi e gli eccentrici a tutti i costi. È strano… perché il web è molto censurante, ma allo stesso tempo trovi cose inspiegabili in giro. Insomma, trovi reel nazisti… o apertamente estremisti, o ultra erotici. È davvero un casino, le regole del web sono un mistero. Per questo dico che bisogna sempre mettere in dubbio.
VP: Come mai sei finito a fare rap?
Hammon: Con Glasond e Kioda. Abbiamo iniziato per gioco, come spesso succede. All’inizio facevamo più che altro schizzorap, roba demenziale.
VP: Il tuo è questo genere così cazzone, molto parlato… quali sono le tue fonti di ispirazione?
Hammon: Non lo so, mi piace e basta. Non so da dove l’ho preso, ma ho sempre ascoltato tutta la musica di tutte le nazioni e di tutti i generi, e credo che questo flow venga direttamente da dentro di me e da tutto quello che ho ascoltato e fatto mio.
VP: Cosa pensi del movimento pro-Pal? Della flottiglia? E con chi ti schieri?
Hammon: Mi schiero con la Palestina, ma cercherei di essere utile e non di fare pubblicità o propaganda. Temo che tutte le manifestazioni, compresa la flottiglia, siano state finanziate da Israele stesso, come Israele ha finanziato Hamas. E persino il movimento pro-Pal in toto. Questo non capisco: come non ci si fa a porre certe domande? Le pratiche Talmud si basano sull’esaltazione del sacrificio umano, sia di altri che di sé stessi. Nel Talmud c’è scritto chiaramente che il loro messia arriverà solo quando tutto il mondo sarà contro di loro, aizzato contro di loro, capisci? E se queste persone ci credessero così ciecamente che stessero cercando in tutti i modi di mettersi il mondo contro? E se fosse addirittura vero?
V.P.: Hai mai avuto ripercussioni, pressioni, minacce per quello che dici?
Hammon: Non mi interessa.
VP: Perché nessun rapper dice più la verità?
Hammon: Alcuni sanno queste cose ed hanno paura di avere ripercussioni con le case discografiche, alcuni non vogliono risultare dei pazzi, altri sono semplicemente dei conformisti. Altri ignorano la cosa o non gli interessa.
VP: Perché il pensiero unico progressista domina tra i rapper italiani? Imitiamo tutto… tranne i rapper non allineati. Anche se potrebbe essere una psy-op Kanye… è uno straricco, può dire quello che gli pare perché se perde cade in piedi, è comunque un innovatore del genere, no? Perché non lo imitano?
Hammon: A Michael Jackson, ad esempio, l’hanno suicidato. Non so perché Kanye non venga copiato nei temi… i rapper italiani hanno paura di perdere la casa discografica, forse. Io spero semplicemente che dicano solo quello che sentono. Credo nel rap, diciamo. Poi non voglio inimicizie: rispetto ed ascolto molti di loro…
VP: Se un giorno si presentassero prove solide che falsificano le tue idee… le studieresti e cambieresti idea?
Hammon: Diciamo di sì. Sono un tipo particolare, al tempo stesso matematico e razionale ma anche aperto al mondo religioso ed esoterico. Sono sempre pronto ad apprendere. È da vedere come mi fai cambiare idea…
VP: Ma tu sei evidentemente l’unico rapper destrorso italiano… dai, non lo negare: hai i baffetti da Hitler su…
Hammon: Io mi rivedo sia in punti di vista di destra che di sinistra, non ha senso definirmi destrorso. Per quanto riguarda Hitler, nella narrazione è stato il villain peggiore della storia. Io ora non voglio insinuare nulla, ma la storia l’hanno scritta i vincitori della guerra. Sta ad ognuno fare le proprie ipotesi e trarre le proprie conclusioni.
VP: Perché? Oggi, come dici, “se una persona crede nei ruoli e nei diritti naturali, viene bollata per forza come nazista”.
Hammon: Perché la gente segue la massa, ha il culto dell’originalità a tutti i costi, e chi manipola il mondo se ne approfitta, cercando l’estinzione di certe etnie, diffondendo il femminismo tossico, confondendo il ruolo dell’uomo e della donna, uccidendo la voglia di scopare naturalmente. Lucio Dalla diceva che la cosa eccezionale è essere normale, a mio avviso ha ragione.
VP: Ma non credi che i tuoi baffetti hitleriani… non aiutino?
Hammon: Non so a cosa ti riferisci…
VP: “La canzone migliore del mondo” è un capolavoro sesquipedale. Com’è nata questa idea?
Hammon: L’ho scritta nell’arco di un mese circa. Come molte altre mie canzoni, viene da una serie di appunti che io mi segno giornalmente quando mi viene qualcosa in mente, poi assemblati. È una liberazione anche per me averla scritta… e non mi aspettavo il suo successo all’uscita. È stata forse l’unica traccia che ho portato in studio già bella e scritta e poi, sulla base del testo, abbiamo costruito la strumentale. Di solito è il contrario.
VP: Mi racconti le tue perplessità su Charlie Kirk?
Hammon: Sì, Israele voleva acquistare Turning Point, il suo programma sul web. Charlie rifiuta. Netanyahu lo invita in Israele. Charlie rifiuta. Nel frattempo Charlie fa per la prima volta in due anni delle dichiarazioni anti-israeliane. Dopo due giorni muore. Sinceramente sono confuso. Sembra, ancora una volta, che Israele voglia quasi farci credere di essere colpevole. Magari lo sono davvero, eh. Dico solo che c’è evidentemente dell’altro sotto.
VP: Anche tu pensi che il femminismo di ultima generazione sia una forma di controllo delle nascite in Occidente… e questa battaglia contro l’uomo bianco in tutte le salse — anche contro la donna bianca, se andiamo a vedere riedizioni in chiave “colorata” di film e fumetti — sia letteralmente una follia suicida per la nostra genia?
Hammon: Argomento scottante. Ci sono gli estremi che ci possono far pensare che l’obiettivo è far sparire il genoma bianco, ma non capisco se questo sia un problema vero o imposto da certa narrazione. La propaganda esiste su ambo i lati. Mi interrogo pure io. Non so se ci sono razze inferiori o superiori, ma non penso che crederlo sia condannabile. Se domani uscisse un nuovo studio genetico che afferma con totale certezza che l’etnia indoeuropea è in media più intelligente di quella afroamericana, o viceversa, tu lo condanneresti come razzista? Io no. La scienza è scienza.
VP: Un’ultima domanda: vuoi restare nella musica… nella cultura… nella comunicazione? O è un modo per scalare altri mondi?
Hammon: Non mi pongo limiti, se dovessero presentarsi altre cose che mi piacciono, ben venga. Non ho paura e penso di fare musica per puro godimento, mio e di chi mi segue. Non è la mia fonte di guadagno principale per adesso, per questo mi sento libero.