Sulla filosofia e il pensiero al tempo dei reel sulla filosofia e il pensiero

La proliferazione della filosofia all’interno dei social network ha dissolto le ultime parvenze di un sistema culturale già esausto, producendo un paradosso che ci attraversa con una violenza quasi comica, poiché da quando i filosofi sfilano dentro il feed in un corteo di posture gonfie e rassicuranti, intenti a pronunciare la frase esatta e a compiacersi in una catena di reciproca autoesaltazione, il cadavere della cultura emana un tanfo che impedisce all’aria di circolare. Contemporaneamente il pensiero reso ubiquo e decorativo riesce a garantire soltanto la salvezza di chi lo esibisce e non offre alcun riparo a chi guarda.

Ricorda un celebre dipinto di Goya intitolato Il Sabba delle Streghe, il quale rappresenta Satana nella forma di un caprone, forse un antico Moloch, che si rivolge a un manipolo di streghe radunate in un cerchio docile e inquieto, dove i volti sembrano perdere consistenza, dissolvendosi in maschere prive di tratti definiti, quasi che la paura e la sottomissione li stessero consumando dall’interno. Sulla destra compare una figura incappucciata, avvolta nel nero, che ha già smarrito ogni segno identitario e procede isolata. Goya tenta di mostrare la disumanizzazione che si produce quando una moltitudine priva di discernimento si dispone attorno a un essere malefico che la svuota e la omologa fino a cancellarne i lineamenti.

La stessa paura del pittore spagnolo dovrebbe attraversarci quando la pagina iniziale di un progetto culturale decide di accoglierci con una gigantografia del volto dei suoi fondatori, come se il culto della persona precedesse ogni idea.

Tlon, ad esempio, è un progetto di ricerca e divulgazione culturale e filosofica ideato da Maura Gancitano e Andrea Colamedici, il cui nome richiama l’universo immaginario inventato da Borges in Tlon Uqbar Orbis Tertius,

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