Partendo dal libro "Carcosa svelata" di Marco Maculotti, un'apologia della lente complottista, l'indefesso amore per la verità nascosta, più vera del vero, che tornerà sempre a redimere il mondo dalla tirannia della storia ufficiale.
Recensione di

Non voglio fare recensioni, le recensioni sono pretenziose e si prendono troppo sul serio, ed i giornalisti sono sempre venduti al padroncino di turno, ma questa roba complottista mi appartiene mi sono detto, rimango sul giornalismo gonzo, distaccato, fico mi sono detto. Ma Maculotti ci mette sul tavolo un bel po’ di complotti nerd. Sinceramente sono sempre stato un grande appassionato di complotti, e sono stato e sono un complottista orgoglioso; sempre meglio che pensare che gente come Mario Draghi possa preoccuparsi del fatto che mi venga il raffreddore, e possa persino tutelare i miei interessi o la mia salute, il ritratto che oggi danno i media di noi complottisti è ovviamente fuorviante, nulla di più lontano dalla realtà. Nei social il complottista lo descrivono come un becero ignorante, un credulone un po’ insicuro, con frustrazioni e fallimenti alle spalle, eppure tutto questo è completamente falso. Nei confronti dei complottisti, o complottari, va sfatato questo tabù esistenziale, questo spauracchio sociale, questa lettera scarlatta, che ogni due minuti si trasforma in un accusa sui social, una stimmate, che sbufalatori e debunker presunti affibbiano tramite uno psicologismo di maniera.

Eppure i veri complottisti oggi devo dire che sono più intelligenti e avveduti dei presunti debunker scientisti, i più colti e democratici. I complottisti di oggi non sono solo dei nerd in grado di hackerarti un pc, solo per la mitica libertà di espressione, tanto sbandierata nei primi anni dell’etica boomer del web, prima che il web diventasse questa Repubblica di Weimar eterodiretta; non sono solo degli sfigati leoni da tastiera, i complottisti sono in grado di metterti sotto sopra ogni convinzione. Non importa se le loro teorie siano vere o false, sono per lo meno fantasiose, libere, più vere del vero. Pasolini oggi sarebbe stato annoverato tra i complottisti, ma molti di questi cosiddetti sfigati complottari hanno lauree in filosofia o scienze politiche, studiano geopolitica, fisica e biologia, oltre che l’esoterismo, e anche se nelle lauree non credono più, perché la scuola ammorba ed è degradante sia per i professori che per gli studenti, pur sfigati, pur disoccupati forse, sono geniali artistoidi, tipi del tutto singolari, di certo avulsi dalla massa che ha deciso di credere alle menzogne del mainstream televisivo, ad i surreali tg, ai dibattiti da spezzone di certe commediole dei Vanzina, alle virostar, e chi più ne ha più ne metta.

Nella mia esplorazione del mondo occulto, esoterico, e nascosto, sono giunto alla conclusione che nessuno in questo paese può negare che non esista almeno un complotto conclamato, tra stragi di Stato, Chiesa, strategie della tensione, p2, massoneria, occultismo, satanismo, misteriosi mostri e delitti mediatici, usati come distrazione di massa. Una roba che nessun paese civile in occidente ha mai avuto, tra il signor Prodi che con un medium e una seduta spiritica cerca di scoprire dove si trovi Aldo Moro, e la scomparsa della salma di Mike Buongiorno. Mi imbatto un giorno quasi per caso, io che odio le serie televisive, e che da sempre mi fermo alle prime puntate, in questo splendido saggio di Marco Maculotti Carcosa svelata: Appunti per una lettura esoterica di True Detective (Mimesis 2021). True Detective, la prima serie, sceneggiata da Nic Pizzolatto, è l’unica serie che sono mai riuscito a terminare dopo Twin Peaks, e che mi ha stravolto. Un viaggio negli inferi, un viaggio purificatore oltre l’essenza, la massima debolezza e la massima potenza di due personaggi metaforici, metà demoni e metà angeli, che fluttuano tra potenze luminose oltre l’infinito, Rustin Cole e Martin Hurt.

Di cosa parla Carcosa svelata di Maculotti? Delle potenze oscure, luminose, legate ai pianeti, a Saturno, a Ur, della terra di Carcosa con tre soli, del Re Giallo, misterioso libro dello scrittore Robert William Chambers, ripreso da Ambroise Birce nel suo racconto Un cittadino di Carcosa, le formule ed i meccanismi che dirigono la storia oscura dell’uomo, incarnati nei due detective R. Cole e M. Hart. Le meccaniche oscure, la trama piena di citazioni tratte dal libro La cospirazione contro la razza umana di Thomas Ligotti, il progetto in cui il destino del singolo è già descritto, come in un’apocalisse religiosa, in un kali yuga definitivo. Un libro magico, come la Bibbia o nel Necronomicon di Lovecraft, il grande piano, il grande complotto, la cospirazione contro il genere umano appunto, il fuoco, la natura matrigna leopardiana, l’antro, il labirinto ed il minotauro, la scalata, le due colonne massoniche e la discesa verso il nulla e gli inferi, la sottomissione inconscia, la manipolazione mentale, l’MK ultra, lo zolfo impuro che accende il fuoco celeste, i simboli di Cernunnos, il dio dalle corna di cervo, saturnino ed infernale, il simbolo della spirale, marchio di una misteriosa setta satanica di pedofili che controllano il mondo, che ritorna ciclicamente nelle vesti e nei sai di certi uomini di Chiesa a Roma (il contrario di Amor). Misteriosi accrocchi nelle terre della Luisiana, fatture, feticci e malefici, tutto per condizionare mentalmente i sempliciotti borghesi, medioman, e uomini potentissimi, ammaliare banchieri, trasformarli in orchi malefici che si riuniscono nei boschi per evocare Satana. L’ombra del Bohemian Club, sullo sfondo il futuro caso Weinstein, il Pizzagate, Joe Biden, i militari repubblicani, i servizi segreti, un messaggio in codice, un avvertimento, in una serie tv del 2014 dal successo hollywoodiano, apparentemente innocua, che getta un ombra oscura sul destino dell’uomo, e dà forse una luce, dopo averci avvertito che il tempo è un cerchio piatto, e che la vita è una maledizione inevitabile, ma superabile forse, una superficiale farsa. Come nel monologo centrale di Rust Cole protagonista della serie.

La serie parla di una misteriosa setta, residente in un’imprecisata terra di Carcosa tra la Luisiana e le porte dell’inferno, che si riunisce per evocare gli abissi, sotto un cielo nel quale tre stelle nere brillano come soli ghiacciati, di un Re Giallo vicino ad un fiume, malefiche divinità fluviali, adepti apparentemente imbecilli e misteriosi, che compiono delitti e si dedicano alla pedofilia per evocare il Re Giallo, per conto di uomini misteriosi e potenti, gente insospettabile, che domina il pianeta, forse essi stessi demoni, che fanno incornare e stuprare fino alla morte giovani ragazze nei boschi. Tutto ciò per sodisfare Cernunnos il dio metà cervo incarnazione di Saturno, come nel principale delitto della serie, che ritorna come un’ossessione, nei dialoghi nichilisti che si scambiano R.Cole e M. Hart, i due protagonisti, mente tutto si mischia nel caos, e le loro vite si scambiano e si intrecciano per trovare la luce divina dopo il buio. Niente è mai come sembra, una guida alla corruzione definitiva del corpo e della mente umana, la vita come rappresentazione, come flusso inconscio senza volontà. Come Giorgio Colli, Marco Maculotti in questo saggio su True Detective, proietta la morte come eterno ritorno, la catarsi divina, la vita come fatica doverosa per arrivare a Dio, nell’accettazione di un destino già scritto. Il libero arbitrio come mappa cosmica, in un percorso iniziatico-massonico, antecedente a ogni deviazione verso il male, che si ritrova in ogni particolare della serie. Il male come pulviscolo, ambiente, aria, che si trova nelle cose stesse, le impregna di sé. Da una prospettiva aerea, il divino rivela come bisogna forse passare prima dal male più oscuro per poter raggiungere la consapevolezza.