Certificato ufficiale di ricovero
Il sottoscritto Dott. Romain, certifica che il denominato Artaud, quarantuno anni, è affetto da disturbi mentali caratterizzati da manie di persecuzione e allucinazioni: sostiene che il cibo è avvelenato. Sostiene che nella sua cella viene diffuso del gas. Sostiene che gli vengono buttati gatti in faccia. Dice di vedere ombre accanto a lui. Crede di essere inseguito dalla polizia. Minaccia chi gli sta intorno. Pericoloso per sé e per gli altri, il paziente va fatto ammettere immediatamente al già menzionato Asilo Psichiatrico del distretto di competenza. Da trasferire d’urgenza.
Dott. Romain 13 ottobre 1937
Sono stato accolto molto bene a Parigi quando sono uscito dall’asilo di Rodez, ma rimane il fatto che sono stato internato per nove anni, per nove anni sono stato internato a causa di una brutta storia di polizia che non è ancora stata chiarita. Nei primi tre anni del mio ricovero mi hanno messo in isolamento, dichiarandomi morto a tutti gli amici che chiedevano notizie sulla mia salute – e che durante questi tre anni di sequestro e detenzione in isolamento io, Antonin Artaud, nato a Marsiglia il 4 settembre 1896, cinquant’anni, autore di cinque o sei libri di poesia, attore cinematografico e regista, sono stato sistematicamente e quotidianamente avvelenato. Non intendo avvelenato da false notizie o da visite di malintenzionati, non intendo, come si dice eufemisticamente, intossicato, intendo proprio avvelenato, drogato, costretto a ingerire polveri potenzialmente letali, come qualcuno di cui ci si vuole sbarazzare ad ogni costo – e rispetto a cui le amministrazioni degli asili in cui mi trovavo ricevevano tutti i giorni degli ordini venuti dall’alto da molto più in alto e molto più lontano di quel che avviene usualmente.

Mio caro Roger,
Dopo quasi due anni che sono in manicomio, mi sembra incredibile che tu non sia mai stato messo al corrente del mio internamento. Non penso che avresti smosso mari e monti per farmi uscire, ma almeno saresti potuto passare a farmi un saluto, darmi un tuo cenno di vita. Abbandonato da tutti, e in balia delle sole sollecitazioni di un’ipotetica famiglia con cui ho da tempo interrotto ogni tipo di rapporto, ho atteso invano dalle persone a me vicine un gesto d’amicizia. Inutile dirti che sono ormai due anni che ho perduto qualsiasi fiducia nel sentimento dell’amicizia. Come sai, del resto, salvo miracoli, non esiste rimedio alla mia situazione, perché la Polizia approfitta della stranezza della mia storia per farla passare per una specie di delirio aggressivo e pericoloso. Un uomo, se è aggressivo, non lo è forse con tutti? E per quanto riguarda la mia storia, essa esiste, perché è la storia di Sant’Artaud. Ma torniamo all’aggressività: sono io ad aver subito aggressioni e avvelenamenti per anni a causa di questa maledetta Sacrosanta Profezia di San Patrick. Ed è comunque impressionante come la vittima e il perseguitato siano trasformati nell’aggressore e nel persecutore. Ancora traumatizzato dalle odiose brutalità di cui sono stato vittima qui all’asilo di Ville-Evrard, mi chiedo se la Profezia e le gesta di Sant’Artaud esistano davvero. Siamo forse vittime di una mostruosa allucinazione? Mi chiedo inoltre se le cosiddette allucinazioni collettive esistano, o se non siano invece una comoda spiegazione fornita da psicologi che non sono stati iniziati.
Voglio però insistere ancora sulla brutalità di cui sono stato vittima a Saint-Anne. Stavo protestando contro questo nuovo trasferimento (il 4° in diciassette mesi) e contro il fatto che l’amministrazione disponesse sempre di me come di un pacco al quale non viene concesso diritto di parola (è questo che ho detto in tono fermo ma senza aggressività), e proprio mentre stavo dicendo al sorvegliante Ilias «non accetto trasferimenti», ecco che due infermieri si sono brutalmente lanciati su di me immobilizzandomi le braccia, un terzo infermiere mi ha preso alla gola, e Ilias gli ha urlato «strozzalo!». Il fiato mozzato, incapace di qualsiasi movimento, sono stato buttato a terra. Mi hanno tempestato di calci le gambe, e un infermiere (erano in sei più il sorvegliante) mi ha preso a tallonate le ginocchia! A seguito di un cenno da parte di Ilias, l’infermiere che non mi aveva lasciato la gola per tutto quel tempo – una decina di minuti circa –, me l’ha stretta ancora più forte e poi ha mollato la presa, come chi non ce la fa più a stringere… Se non sono morto soffocato è solo grazie a una contrazione inconscia dei muscoli del mio collo. – Come sai, conosco bene le tecniche di respirazione, tra cui quelle dello Yoga indù (Kama-Yoga). La soppressione dei miei elementari riflessi di difesa è dovuta anche a un iniziato di nome Giraudoux, il quale ha utilizzato contro di me un sortilegio triplo e quadruplo di inibizione per il mio pensiero, di sviamento per la mia volontà, di paralisi per i miei riflessi muscolari. […] Il trasferimento è stato organizzato da questo Giraudoux, che è il capo in seconda del 2° ufficio, ed è un Iniziato che ha pagato Ilias per essere complice. Non ho capito bene se si tratta dello stesso Giraudoux, lo scrittore, diplomatico del quai d’Orsay. Mi stupirebbe perché non si assomigliano, Jean Giraudoux ha il viso più sottile ed è più slanciato dell’altro. L’iniziato ha gli occhi color tabacco, mentre J. Giraudoux li ha azzurro chiaro. J. Giraudoux era sempre vestito di chiaro quando l’ho visto, in Messico e da Jouvet.
Vieni a trovarmi, caro Roger, potrai vedere con i tuoi occhi che le aggressioni che ho subito non sono fantasie! Ho saputo da alcune infermiere che ne parlavano che Giraudoux era a Saint-Anne la mattina del mio trasferimento. Affettuosamente, tuo.
Antonin Artaud